Il gioco

Fra i bambini di una classe possiamo teorizzare due dinamiche relazionali opposte. Da una parte abbiamo la dinamica del potere: chi ha più potere sottomette l’altro al suo volere o lo usa come strumento.

Dall’altra la dinamica del rispetto interpersonale, basata sulla consapevolezza di avere davanti una persona libera di decidere, dotata come te di volontà e intenzionalità. Più ci si conosce come persone, più può innescarsi la dinamica del rispetto, con un conseguente arricchimento reciproco.

Il linguaggio che permette ai bambini di conoscersi è il gioco. Un linguaggio naturale che non può essere sostituito dal linguaggio verbale. Attraverso il gioco di movimento senza oggetti, sono i corpi che parlano, con quel linguaggio non-verbale, per sua natura immediato ed efficace, che va oltre gli schemi e i background personali e crea quel contatto autentico che è alla base della conoscenza dell’altro. Attraverso il corpo ci si dice cose impossibili da verbalizzare, soprattutto per un bambino.