Le fasi di discussione, gli scritti e i disegni. Competenze relazionali.

Le fasi di discussione di tutti gli incontri sono fondamentali per fissare in parole quello che si è sperimentato e per riflettere su come ci si mette in rapporto con l’altro. In questi momenti si ha l’occasione di portare l’attenzione al campo relazionale e rendere cosciente questo tipo di realtà all’allievo. Senza il momento di discussione, l’effetto di queste sessioni di lavoro sulle relazioni tenderebbe a perdersi velocemente con il passare del tempo. La discussione invece, opportunamente condotta dall’insegnante, fissa in concetti quello che si è sperimentato attraverso il linguaggio del gioco e sta alla base dell’apprendimento di competenze sociali.

Per la stessa ragione, dopo ogni incontro è utile far riflettere gli allievi anche per iscritto, con opportune domande adeguate alla loro comprensione.

Nelle classi elementari è anche utile fare disegnare l’incontro.

Questo tipo di intervento fornisce alla classe l’occasione di crescere come gruppo e appartiene a quel tipo di interventi che usano, come strumento di apprendimento principale, il gruppo stesso; inoltre, per la sua semplicità, può essere utilizzato da un insegnante sensibilizzato alla dinamica di gruppo. Con questo intervento si agisce sulla struttura del gruppo-classe ed è possibile cambiare le modalità relazionali che lo caratterizzano. In particolare, si può affrontare il problema dell’esclusione e superare quella modalità per cui c’è sempre qualcuno in posizione out, risolvendo uno dei problemi più frequenti e rilevanti che si possono trovare nei gruppi-classe. Lo sviluppo di un senso di appartenenza al gruppo aiuterà non solo gli allievi più esclusi, ma anche tutti gli altri a sentirsi più liberi e a stare bene. Se si vuole modificare la struttura di un gruppo, e farlo crescere, bisogna agire direttamente sul gruppo attraverso interventi analoghi a quello presentato sopra. Se il processo di crescita viene innescato e non subisce interruzioni, a un certo momento comincerà a circolare fra i membri un senso di appartenenza stabile, e in queste condizioni sarà più facile sia insegnare, sia imparare.

Il fatto che in queste sessioni di lavoro si utilizzi la dimensione del gioco, potrebbe portare insegnanti e genitori, che non conoscono le finalità e il metodo usato, a pensare che questo intervento sia superfluo o addirittura una perdita di tempo. Sarà quindi necessario informare adeguatamente i colleghi e i genitori, se non si vuole andare incontro a sterili critiche. Per le stesse ragioni è bene sottoporre il progetto al collegio docenti, presentandolo come sperimentazione.

Questo intervento va incontro alle indicazioni dei nuovi programmi per la scuola elementare, in particolare dove si dice testualmente: «È dovere della scuola elementare evitare, per quanto possibile, che le “diversità” si trasformino in difficoltà di apprendimento e in problemi di comportamento, poiché ciò quasi sempre prelude a fenomeni di insuccesso e di mortalità scolastica e conseguentemente a disuguaglianze sul piano sociale e civile». Anche per questo motivo queste sessioni di lavoro, finalizzate alla crescita del gruppo-classe, sono pienamente legittimate, pure se si presentano molto diverse dalla solita attività scolastica.

Infine, con questo tipo di lavoro, gli allievi possono impadronirsi di competenze relazionali che saranno loro utili non solo a scuola, ma anche nella vita extra-scolastica e futura.