Quando cambia il clima della classe

Nel momento in cui si gestiscono consapevolmente le dinamiche della classe, si innescano nel giro di poco tempo dei cambiamenti ben evidenziati da alcuni parametri rilevati dallo psicosociogramma: in particolare tendono a scomparire gli esclusi, migliora il rapporto tra maschi e femmine e diminuisce la frammentazione della classe, fino a giungere talvolta alla formazione di una classe unita in un unico settore.

Negli anni 1997-1999 nel comune di Cosio Valtellino (SO), gli insegnanti dei due plessi di scuola elementare del paese applicarono il TNE per tre anni consecutivi a quindici classi. Nel 2003 fu applicato nuovamente lo psicosociogramma a uno dei due plessi, quello con dieci classi. L’analisi mostrò che, anche a distanza di anni, i parametri erano persino migliorati; in particolare, in tutte le classi esaminate, non c’era neppure un bambino nel ruolo di escluso, mentre nel 1997 erano dai due ai tre per classe.

Il cambiamento nel clima delle classi, oltre che dai parametri sociometrici, emerge chiaramente anche dall’esperienza di bambini e maestre, raccolta attraverso interviste e lavori in classe: i bambini sono più tranquilli, più affettuosi fra loro e con l’insegnante, sono più capaci di gestire i conflitti e di fare cose insieme, più autonomi, più collaborativi e più capaci di attenzione, sia singolarmente sia in gruppo. Gli insegnanti alla fine del percorso spesso dicono frasi del tipo “Non pensavo che funzionasse, invece funziona!”; “Sento fra me e loro un’alleanza che prima non c’era”; “È un bel vedere quando li osservo stare insieme!”.

Ai fini di questo cambiamento è di fondamentale importanza lo stile di conduzione dell’insegnante, che consiste nel fornire ai bambini il contenimento e il sostegno necessari attraverso il feedback, l’ascolto e la riformulazione, evitando il giudizio, le sgridate e le punizioni. Lo stile di conduzione infatti, oltre ad avere un impatto diretto sul clima, fornisce anche ai bambini un modello di ascolto e di attenzione rispettosa e non giudicante.

Ogni relazione soddisfacente implica la reciprocità. La reciprocità si basa sull’ascolto e sulla capacità di tenere a mente due posizioni differenti, la propria e quella dell’altro. I bambini imparano presto a usare in contemporanea entrambe le mani, così in maniera analoga possono imparare ad agire tenendo presente contemporaneamente i propri bisogni e quelli dell’altro, se vedono che il loro insegnante fa questo ogni giorno con loro.

Le persone interagendo si costruiscono un’immagine di sé, e lo stesso fanno con gli altri. Queste immagini cambiano nel tempo e non coincidono con la persona, la cui esistenza è connotata da una dimensione illimitata e “misteriosa”. Diceva Ungaretti: “La poesia è poesia quando porta in sé un segreto”. Parafrasandolo potremmo dire che la persona è persona quando porta in sé il mistero della propria esistenza. Penso si possa parlare di "relazione persona-persona", se si è in grado di guardare agli altri e a noi stessi con questo spirito poetico.