IL TNE E LO PSICOSOCIOGRAMMA[1]

Il TNE “Tutti-Nessuno-Escluso” è un metodo per migliorare le competenze relazionali e il clima emotivo del gruppo-classe. Comporta un minimo di 12 unità di lavoro a scadenza settimanale di un’ora ciascuna. È specifico per la scuola primaria ma può essere adattato per la scuola dell’infanzia e per le scuole secondarie. Dal 1993 ho formato molti insegnanti all’utilizzo di questo metodo che è stato sperimentato in centinaia di classi scolastiche in varie regioni italiane.

Lo psicosociogramma è lo strumento sociometrico che utilizzo per misurare i cambiamenti del campo relazionale, che ho creato partendo dal sociogramma di Moreno[2], ma che oggi se ne differenzia quasi totalmente sia per com’è applicato sia, soprattutto, per il tipo di analisi approfondita dei dati.

Nel primo incontro del percorso TNE l’insegnante presenta l’intervento, comunica ai bambini quando e dove si farà l’attività e quindi applica lo psicosociogramma. Questo strumento consentirà all’insegnante di avere un’immagine della struttura del gruppo, dei sottosistemi in cui è suddivisa la classe, del rapporto fra questi sottosistemi, del rapporto fra maschi e femmine e utili informazioni su come i singoli si relazionano fra loro e sui ruoli che rivestono nel gruppo.

La presentazione della nuova attività e l’applicazione dello psicosociogramma sono la prima unità di lavoro del percorso TNE e si fa nell’aula di classe. Per le unità di lavoro successive servirà uno spazio dove è possibile fare giochi di movimento senza farsi male.

La caratteristica di ogni unità di lavoro sarà l’alternanza di sessioni di gioco a momenti di riflessione in cerchio.

Nelle fasi di gioco la regola è: “Giocare senza farsi male. Se qualcuno si fa male si torna in classe”.

Si parte col gioco libero: “Giocate con chi volete al gioco che volete, senza utilizzare oggetti”.

Mentre i bambini giocano, l’insegnante osserva le dinamiche e in particolare come si suddivide la classe nel gioco libero. Invece i momenti del cerchio serviranno a fare un primo lavoro di gruppo senza l’intervento dell’insegnante: “Sedetevi e formate un cerchio perfetto dove tutti possano vedere tutti”.

Negli incontri successivi si chiederà ai bambini di dividersi a coppie e poi di proporre, decidere e fare dei giochi in due anche inventati, sempre senza oggetti, con lo scopo di trovare quelli che piacciono a entrambi. Terminate tutte le combinazioni a due si procederà, con lavori espressivi a gruppi di tre, con “Gare di ascolto” con la classe divisa in due squadre e si terminerà con la “Gara di giochi”, il momento finale dove tutta la classe dovrà decidere e realizzare più giochi possibili facendo partecipare tutti.

I momenti di gioco dureranno 10-15 minuti e si alterneranno, come abbiamo detto, a momenti in cerchio dove i bambini parleranno dell’esperienza appena fatta.

La regola del cerchio è: “Uno parla e gli altri ascoltano” e il conduttore è tenuto a rispettarla per primo. Nel cerchio il conduttore ha il compito di condurre la discussione dando la parola ai bambini e ponendo domande adeguate alle esperienze fatte nel precedente momento di gioco.

Uno dei temi centrali affrontati all’inizio sarà far scoprire ai ragazzi che per giocare veramente insieme bisogna conoscere e rispettare le regole del gioco, e si porrà l’attenzione su un gioco particolare che è “Il gioco del non rispettare le regole del gioco” e del significato di autoisolamento che assume. Si sperimenterà anche la possibilità di cambiare le regole di un gioco, di trasformarlo o di inventarne di nuovi. La regola quindi come regola del gioco, come strumento indispensabile per giocare bene con gli altri.

Grazie al gioco corporeo e al ruolo del conduttore di gruppo, i bambini impareranno che si può giocare piacevolmente anche con le persone con cui non si è mai giocato, e scopriranno com’è possibile, in una situazione di reciprocità interpersonale, pensare, proporre, decidere e fare insieme.

Un momento particolare del percorso sarà dedicato alle gare con la classe divisa in due squadre, che si sfideranno in gare di abilità nel giocare insieme e di abilità nell’ascoltare. Il conduttore diventerà anche arbitro delle partite, e assegnerà a chi riuscirà a raggiungere l’obiettivo indicato punti di gioco e punti di ascolto che verranno sommati insieme.

All’incontro iniziale seguiranno un minimo di altre dodici unità di lavoro con la classe. Pensando a un incontro settimanale, l’intervento dovrebbe durare tre/cinque mesi.

Il fattore determinante del metodo sta nell’assumere il ruolo di conduttore di gruppo da parte dell’insegnante. Questo metodo di conduzione è molto preciso: comporta una comunicazione basata solo su informazioni, su feedback, senza critiche, commenti, opinioni, giudizi, suggerimenti o altre forme d’interazione. Normalmente questo metodo di conduzione è utilizzato dai trainer di gruppo e differisce molto dallo stile abitualmente usato dagli insegnanti, quindi richiede molta attenzione rispetto ai propri comportamenti abitudinari, in particolare per quanto riguarda il dare giudizi e suggerimenti.

Nei momenti di esperienza i bambini impareranno a conoscersi meglio attraverso il gioco corporeo e a sviluppare una curiosità verso l’altro. Le affermazioni in questi elenchi sono di bambini della seconda classe della scuola primaria:

-      “Ho provato tante emozioni e pensavo che non volevano giocare con me, ma invece volevano. Tutti devono essere felici nella classe.” (Alessandro)

-      “Mi piacerebbe fare amicizia con quelli che prima non sono riuscito.” (Francesco)

Nella seconda parte, in cerchio, i bambini impareranno a esprimersi verbalmente e ad ascoltare in maniera attiva l’altro:

-      “Il cerchio è il momento di parlare e ascoltare. A volte mi distraevo ma a volte ascoltavo molto bene.” (Claudio)

-      “In cerchio era un posto per guardarci tutti e ascoltare. Quando siamo in cerchio mi sembra un’unica persona.” (Ludovica)

Se i bambini arrivano a una percezione della classe come a un tutto, possiamo dire di aver raggiunto un obiettivo importante:

-      “Il cerchio per me è la forma più magica di tutte. Quando ci parliamo in cerchio, il cerchio si illumina. Ogni bambino rende il cerchio più bello e più ricco!” (Valentina)

Lo psicosociogramma applicato nuovamente alla fine del percorso darà una misura del cambiamento e dell’acquisizione di competenze relazionali.[3]



[1] Per chi è interessato a questo metodo rimando al mio sito https://www.settimocatalano.it/il-metodo-tne-tutti-nessuno-escluso.html dove è possibile visionare scritti e video, e ai miei libri “Le Porte dell’Attenzione” Ed. Chiara Luce. E “Lo Psicosociogramma” (in via di pubblicazione) Ed. Chiara Luce.

[2] Moreno J. L. Principi di sociometria di psicoterapia di gruppo e sociogramma, Etas Kompas,1964.

[3] In alcune scuole offro la mia supervisione al lavoro fatto dalle insegnanti. In questi casi chiedo alle insegnanti di riprendere con una telecamera gli incontri così da poterli rivedere e dare loro utili feedback per continuare il lavoro e imparare il metodo.