ARTICOLI settimo catalano, un aiuto per la crescita personale, scuola, famiglia, coppie, singoli. Ideatore dello Psicosociogramma. http://www.settimocatalano.it/en/scuola/articolo-su-psicomotricità-giugno-2016.feed 2024-05-04T13:48:43+00:00 Joomla! - Open Source Content Management IL DILEMMA DEL PRIGIONIERO 2016-12-01T16:51:49+00:00 2016-12-01T16:51:49+00:00 http://www.settimocatalano.it/en/scuola/articolo-su-psicomotricità-giugno-2016/109-il-dilemma-del-prigioniero.html Super User scatalano47@gmail.com <div class="feed-description"><p>Aladino Tognon, nell'ambito della formazione docenti, dopo aver coinvolto un gruppo di insegnanti a partecipare al gioco " Il Dilemma del Prigioniero" commenta l'esperienza formativa sui temi della collaborazione e della fiducia. Perugia 26 nov.2016</p> <p>{youtube}qwoJN0cYI8s{/youtube}</p> <p>IL DILEMMA DEL PRIGIONIERO  Risposte alle domande</p> <p>Al termine dell’intervento di Aladino Tognon, Settimo Catalano risponde alle domande dei docenti.</p> <p>{youtube}lzqIyljYo2g{/youtube}</p> <p> </p></div> <div class="feed-description"><p>Aladino Tognon, nell'ambito della formazione docenti, dopo aver coinvolto un gruppo di insegnanti a partecipare al gioco " Il Dilemma del Prigioniero" commenta l'esperienza formativa sui temi della collaborazione e della fiducia. Perugia 26 nov.2016</p> <p>{youtube}qwoJN0cYI8s{/youtube}</p> <p>IL DILEMMA DEL PRIGIONIERO  Risposte alle domande</p> <p>Al termine dell’intervento di Aladino Tognon, Settimo Catalano risponde alle domande dei docenti.</p> <p>{youtube}lzqIyljYo2g{/youtube}</p> <p> </p></div> IL MIO LAVORO DI FORMATORE NELLA SCUOLA 2013-09-18T05:05:16+00:00 2013-09-18T05:05:16+00:00 http://www.settimocatalano.it/en/scuola/articolo-su-psicomotricità-giugno-2016/13-il-mio-lavoro-nella-scuola.html Super User scatalano47@gmail.com <div class="feed-description"><p style="text-align: justify;"><span style="color: #333399;"><em style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; text-align: justify; line-height: 1.3em;">All’inizio della mia attività professionale mi occupai di bambini con gravi disturbi mentali e trovai molto efficace lavorare fuori dallo studio, nel loro contesto relazionale, con il gruppo dei familiari conviventi e soprattutto a scuola con il gruppo classe: questi contesti relazionali, una volta sensibilizzati, prolungavano l’effetto terapeutico. </em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color: #333399;"><em style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; text-align: justify; line-height: 1.3em;">Proprio da queste prime esperienze è nato il mio trentennale impegno nelle scuole pubbliche. Ho lavorato per un numero notevole d’istituti scolastici, dalle materne alle superiori, su vari progetti che avevano come obiettivo comune quello di formare gli insegnanti nell’arte di far gruppo, al fine immediato di migliorare il clima della classe e con la lungimiranza di formare futuri cittadini capaci di ascolto attivo, di rispetto per la diversità e in grado di trasformare le conflittualità in occasioni per migliorare la qualità dello stare insieme. </em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color: #333399;"><em style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; text-align: justify; line-height: 1.3em;">Questi progetti comprendevano spesso il mio intervento diretto con le classi, per trasmettere, anche con l’esempio diretto, queste competenze agli insegnanti. Con i docenti ho utilizzato il lavoro di gruppo e la sensibilizzazione alla dinamica di gruppo, mentre con i gruppi classe ho sviluppato un metodo adeguato alle diverse età della scuola dell’obbligo, metodo applicabile facilmente anche dagli insegnanti sensibilizzati, chiamato "Tutti nessuno escluso" o anche “Crescita del gruppo classe”. </em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color: #333399;"><em style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; text-align: justify; line-height: 1.3em;">Per valutare i cambiamenti ho inoltre elaborato uno strumento sociometrico di misura chiamato psicosociogramma. </em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color: #333399;"><em style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; text-align: justify; line-height: 1.3em;">In tutti questi anni ho potuto toccare con mano quanto il gruppo-classe sia uno strumento potente che può essere letteralmente terapeutico, ma anche fonte d’intensa sofferenza, e persino di patologia, quando non funziona o è gestito male.</em></span></p> <p style="text-align: justify;"> </p> <h1><strong><span style="text-decoration: underline;">Interventi di formazione nelle scuole per insegnanti e genitori</span></strong></h1> <p style="text-align: justify;"><strong style="color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 1.3em;">1979-2014</strong></p> <p style="text-align: justify;"><strong style="line-height: 1.3em;">Interventi con gli insegnanti di più di cento scuole di vario grado in Lombardia, Veneto, Sardegna, Abruzzo, Molise e Campania.</strong></p> <p style="text-align: justify;"><strong style="line-height: 1.3em;">Di seguito un elenco sintetico delle varie tipologie d’intervento:</strong></p> <p style="text-align: justify;"><strong style="line-height: 1.3em;">Lavoro con i docenti </strong><span style="line-height: 1.3em;">Gruppi di formazione e/o supervisione di tipo esperienziale per docenti, di vario tipo ma sempre volti a promuovere la comprensione della classe in termini di dinamiche di gruppo al fine di sviluppare le competenze per gestire la classe come gruppo e non come somma di rapporti individuali.</span></p> <p style="text-align: justify;"><strong style="line-height: 1.3em;">Sensibilizzazione alla dinamica di gruppo </strong><span style="line-height: 1.3em;">Dinamiche di gruppo intensive della durata di tre giorni in cui viene sperimentato in prima persona e con una certa intensità emotiva il processo di sviluppo del gruppo.</span></p> <p style="text-align: justify;"><strong style="line-height: 1.3em;">Interventi con un’intera istituzione scolastica </strong><span style="line-height: 1.3em;">Intervento di tipo sistemico, che prevede incontri di gruppo di volta in volta con gli alunni, i docenti, i consigli di classe, la dirigenza e talvolta anche il personale non docente al fine di trasformare radicalmente i rapporti e le dinamiche dell'istituzione che poi si riflettono sul benessere e sull'apprendimento dei bambini/ragazzi. In questi casi il committente è di solito il Comune.</span></p> <p style="text-align: justify;"><strong style="line-height: 1.3em;">Interventi con i gruppi classe </strong><span style="line-height: 1.3em;">Lavoro direttamente con la classe, alla presenza delle insegnanti, attraverso vari strumenti anche a seconda dell'età, generalmente finalizzati sia all'integrazione di bambini portatori di handicap e/o alla miglioramento del clima e del funzionamento di gruppo sia come momento formativo per gli insegnanti.</span></p> <p style="text-align: justify;"><strong style="line-height: 1.3em;">Incontri con i genitori </strong><span style="line-height: 1.3em;">Incontri a tema e incontri di formazione in gruppo sul ruolo genitore. </span><span style="line-height: 1.3em;">Incontri col gruppo dei genitori di una classe in parallelo al lavoro che si sta svolgendo a scuola con i loro bambini e gli insegnanti della classe.</span></p> <p style="text-align: justify;"><strong style="line-height: 1.3em;">Elaborazione dello strumento dello Psicosociogramma </strong><span style="line-height: 1.3em;">Strumento che consente di fotografare con grande precisione la struttura e i ruoli di un gruppo classe ed è quindi di grande utilità per programmare l'intervento, lavorare con i docenti e verificare i cambiamenti avvenuti dopo l'intervento.</span></p> <p style="text-align: justify;"> <strong style="line-height: 1.3em;"><span style="text-decoration: underline;">Altri interventi per i bambini e/o ragazzi</span></strong></p> <p style="text-align: justify;"> <strong style="line-height: 1.3em;">1998-2005         Sportello CIC</strong><span style="line-height: 1.3em;"> in due scuole superiori di Milano</span></p> <p style="text-align: justify;"> <strong style="line-height: 1.3em;">1980-1985</strong><span style="line-height: 1.3em;">        Creazione e gestione di un </span><strong style="line-height: 1.3em;">doposcuola elementare sperimentale</strong><span style="line-height: 1.3em;">, con attività creative ed espressive svolte da gruppi di bambini di diverse età.</span></p> <p style="text-align: justify;"> <strong style="line-height: 1.3em;">1984-2003        Stage Estivi </strong><span style="line-height: 1.3em;">per bambini e ragazzi fino ai 14/15 anni della durata di 10 giorni con spettacolo teatrale finale aperto al pubblico. Con la finalità di creare nel gruppo di ragazzi un clima gioioso, una più profonda conoscenza interpersonale e un atteggiamento di rispetto reciproco. </span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color: #333399;"><em style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; text-align: justify; line-height: 1.3em;"> </em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color: #333399;"><em style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; text-align: justify; line-height: 1.3em;"> </em></span></p></div> <div class="feed-description"><p style="text-align: justify;"><span style="color: #333399;"><em style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; text-align: justify; line-height: 1.3em;">All’inizio della mia attività professionale mi occupai di bambini con gravi disturbi mentali e trovai molto efficace lavorare fuori dallo studio, nel loro contesto relazionale, con il gruppo dei familiari conviventi e soprattutto a scuola con il gruppo classe: questi contesti relazionali, una volta sensibilizzati, prolungavano l’effetto terapeutico. </em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color: #333399;"><em style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; text-align: justify; line-height: 1.3em;">Proprio da queste prime esperienze è nato il mio trentennale impegno nelle scuole pubbliche. Ho lavorato per un numero notevole d’istituti scolastici, dalle materne alle superiori, su vari progetti che avevano come obiettivo comune quello di formare gli insegnanti nell’arte di far gruppo, al fine immediato di migliorare il clima della classe e con la lungimiranza di formare futuri cittadini capaci di ascolto attivo, di rispetto per la diversità e in grado di trasformare le conflittualità in occasioni per migliorare la qualità dello stare insieme. </em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color: #333399;"><em style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; text-align: justify; line-height: 1.3em;">Questi progetti comprendevano spesso il mio intervento diretto con le classi, per trasmettere, anche con l’esempio diretto, queste competenze agli insegnanti. Con i docenti ho utilizzato il lavoro di gruppo e la sensibilizzazione alla dinamica di gruppo, mentre con i gruppi classe ho sviluppato un metodo adeguato alle diverse età della scuola dell’obbligo, metodo applicabile facilmente anche dagli insegnanti sensibilizzati, chiamato "Tutti nessuno escluso" o anche “Crescita del gruppo classe”. </em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color: #333399;"><em style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; text-align: justify; line-height: 1.3em;">Per valutare i cambiamenti ho inoltre elaborato uno strumento sociometrico di misura chiamato psicosociogramma. </em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color: #333399;"><em style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; text-align: justify; line-height: 1.3em;">In tutti questi anni ho potuto toccare con mano quanto il gruppo-classe sia uno strumento potente che può essere letteralmente terapeutico, ma anche fonte d’intensa sofferenza, e persino di patologia, quando non funziona o è gestito male.</em></span></p> <p style="text-align: justify;"> </p> <h1><strong><span style="text-decoration: underline;">Interventi di formazione nelle scuole per insegnanti e genitori</span></strong></h1> <p style="text-align: justify;"><strong style="color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 1.3em;">1979-2014</strong></p> <p style="text-align: justify;"><strong style="line-height: 1.3em;">Interventi con gli insegnanti di più di cento scuole di vario grado in Lombardia, Veneto, Sardegna, Abruzzo, Molise e Campania.</strong></p> <p style="text-align: justify;"><strong style="line-height: 1.3em;">Di seguito un elenco sintetico delle varie tipologie d’intervento:</strong></p> <p style="text-align: justify;"><strong style="line-height: 1.3em;">Lavoro con i docenti </strong><span style="line-height: 1.3em;">Gruppi di formazione e/o supervisione di tipo esperienziale per docenti, di vario tipo ma sempre volti a promuovere la comprensione della classe in termini di dinamiche di gruppo al fine di sviluppare le competenze per gestire la classe come gruppo e non come somma di rapporti individuali.</span></p> <p style="text-align: justify;"><strong style="line-height: 1.3em;">Sensibilizzazione alla dinamica di gruppo </strong><span style="line-height: 1.3em;">Dinamiche di gruppo intensive della durata di tre giorni in cui viene sperimentato in prima persona e con una certa intensità emotiva il processo di sviluppo del gruppo.</span></p> <p style="text-align: justify;"><strong style="line-height: 1.3em;">Interventi con un’intera istituzione scolastica </strong><span style="line-height: 1.3em;">Intervento di tipo sistemico, che prevede incontri di gruppo di volta in volta con gli alunni, i docenti, i consigli di classe, la dirigenza e talvolta anche il personale non docente al fine di trasformare radicalmente i rapporti e le dinamiche dell'istituzione che poi si riflettono sul benessere e sull'apprendimento dei bambini/ragazzi. In questi casi il committente è di solito il Comune.</span></p> <p style="text-align: justify;"><strong style="line-height: 1.3em;">Interventi con i gruppi classe </strong><span style="line-height: 1.3em;">Lavoro direttamente con la classe, alla presenza delle insegnanti, attraverso vari strumenti anche a seconda dell'età, generalmente finalizzati sia all'integrazione di bambini portatori di handicap e/o alla miglioramento del clima e del funzionamento di gruppo sia come momento formativo per gli insegnanti.</span></p> <p style="text-align: justify;"><strong style="line-height: 1.3em;">Incontri con i genitori </strong><span style="line-height: 1.3em;">Incontri a tema e incontri di formazione in gruppo sul ruolo genitore. </span><span style="line-height: 1.3em;">Incontri col gruppo dei genitori di una classe in parallelo al lavoro che si sta svolgendo a scuola con i loro bambini e gli insegnanti della classe.</span></p> <p style="text-align: justify;"><strong style="line-height: 1.3em;">Elaborazione dello strumento dello Psicosociogramma </strong><span style="line-height: 1.3em;">Strumento che consente di fotografare con grande precisione la struttura e i ruoli di un gruppo classe ed è quindi di grande utilità per programmare l'intervento, lavorare con i docenti e verificare i cambiamenti avvenuti dopo l'intervento.</span></p> <p style="text-align: justify;"> <strong style="line-height: 1.3em;"><span style="text-decoration: underline;">Altri interventi per i bambini e/o ragazzi</span></strong></p> <p style="text-align: justify;"> <strong style="line-height: 1.3em;">1998-2005         Sportello CIC</strong><span style="line-height: 1.3em;"> in due scuole superiori di Milano</span></p> <p style="text-align: justify;"> <strong style="line-height: 1.3em;">1980-1985</strong><span style="line-height: 1.3em;">        Creazione e gestione di un </span><strong style="line-height: 1.3em;">doposcuola elementare sperimentale</strong><span style="line-height: 1.3em;">, con attività creative ed espressive svolte da gruppi di bambini di diverse età.</span></p> <p style="text-align: justify;"> <strong style="line-height: 1.3em;">1984-2003        Stage Estivi </strong><span style="line-height: 1.3em;">per bambini e ragazzi fino ai 14/15 anni della durata di 10 giorni con spettacolo teatrale finale aperto al pubblico. Con la finalità di creare nel gruppo di ragazzi un clima gioioso, una più profonda conoscenza interpersonale e un atteggiamento di rispetto reciproco. </span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color: #333399;"><em style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; text-align: justify; line-height: 1.3em;"> </em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="color: #333399;"><em style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; text-align: justify; line-height: 1.3em;"> </em></span></p></div> IMPARARE IL RISPETTO RECIPROCO (Da "Giocare per Conoscersi" su Psicomotricità/ giugno2016 Ed. Herickson) 2016-06-16T14:57:30+00:00 2016-06-16T14:57:30+00:00 http://www.settimocatalano.it/en/scuola/articolo-su-psicomotricità-giugno-2016/100-gxc-rispetto-reciproco.html Super User scatalano47@gmail.com <div class="feed-description"><h3 style="text-align: justify;">IL RISPETTO RECIPROCO</h3> <p style="text-align: justify;">“Se uscite da questa scuola elementare e avete imparato l’italiano e la matematica, ma non avete imparato a rispettarvi reciprocamente, la scuola ha fallito sulla cosa più importante”. Così dicevo nel 1984 ai bambini di quinta elementare che stavano per andare alle scuole medie<a href="#_ftn1" title="">[1]</a>.</p> <p style="text-align: justify;">Imparare il rispetto reciproco è il principio su cui ho basato quarant’anni di lavoro nelle scuole. Inizialmente si trattava solo di un’intuizione, di un’intima convinzione che fosse l’apprendimento più importante di tutti, ma allora non sarei riuscito né a dimostrarne chiaramente il valore né a indicare un percorso pratico per realizzarlo. Vedevo però che nel normale far scuola il rispetto per l’altro era pura ideologia, non c’era una reale attenzione e non faceva parte di nessuna attività di apprendimento.</p> </div> <div class="feed-description"><h3 style="text-align: justify;">IL RISPETTO RECIPROCO</h3> <p style="text-align: justify;">“Se uscite da questa scuola elementare e avete imparato l’italiano e la matematica, ma non avete imparato a rispettarvi reciprocamente, la scuola ha fallito sulla cosa più importante”. Così dicevo nel 1984 ai bambini di quinta elementare che stavano per andare alle scuole medie<a href="#_ftn1" title="">[1]</a>.</p> <p style="text-align: justify;">Imparare il rispetto reciproco è il principio su cui ho basato quarant’anni di lavoro nelle scuole. Inizialmente si trattava solo di un’intuizione, di un’intima convinzione che fosse l’apprendimento più importante di tutti, ma allora non sarei riuscito né a dimostrarne chiaramente il valore né a indicare un percorso pratico per realizzarlo. Vedevo però che nel normale far scuola il rispetto per l’altro era pura ideologia, non c’era una reale attenzione e non faceva parte di nessuna attività di apprendimento.</p> </div> IL GRUPPO-CLASSE E LE DINAMICHE DI GRUPPO IN CAMPO EDUCATIVO (Da "Giocare per Conoscersi" su Psicomotricità/ giugno2016 Ed. Herickson) 2016-06-20T19:28:06+00:00 2016-06-20T19:28:06+00:00 http://www.settimocatalano.it/en/scuola/articolo-su-psicomotricità-giugno-2016/101-il-gruppo-classe-e-le-dinamiche-di-gruppo-in-campo-educativo.html Super User scatalano47@gmail.com <div class="feed-description"><h3 style="text-align: justify;">IL GRUPPO-CLASSE E LE DINAMICHE DI GRUPPO IN CAMPO EDUCATIVO</h3> <h2 style="text-align: justify;"> </h2> <hr /> <p style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;"><em>Sintesi dell'articolo </em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;"><em>Affinché la scuola sia un luogo dove si apprenda il rispetto reciproco, è necessario che gli insegnanti abbiano delle conoscenze di base delle dinamiche di gruppo. In particolare, due dinamiche possono caratterizzare le relazioni all’interno di un gruppo classe: una ha un carattere ansioso e difensivo, mentre l’altra si basa sulla curiosità e sul desiderio di conoscenza. Queste due dinamiche hanno effetti diametralmente opposti sulla struttura del gruppo classe: la prima produce frammentazione, esclusione e malessere, mentre la seconda produce coesione, inclusione e un clima di appartenenza</em><em> </em><em>L’insegnante può attivare consapevolmente, attraverso una metodologia adeguata basata sul gioco corporeo, una dinamica di gruppo positiva che faccia sentire i bambini protetti e rispettati nella loro soggettività e inneschi un processo di apprendimento di competenze relazionali. Se invece le dinamiche di gruppo non vengono gestite attivamente, tenderà a prevalere automaticamente una dinamica di tipo difensivo.</em></span></p> <hr /> <p style="text-align: justify;"> </p> <p style="text-align: justify;">Se osserviamo una classe di qualsiasi ordine di scuola dal punto di vista relazionale, la possiamo definire come una rete di relazioni fra tutte le persone coinvolte, ovvero bambini e insegnanti. La classe è a sua volta inserita in un campo relazionale più ampio – di cui fanno parte genitori, bambini e insegnanti delle altre classi, personale non docente e dirigente – che ha un’influenza non trascurabile. In questa sede tuttavia mi concentrerò sulle dinamiche del gruppo-classe in senso stretto, poiché, in quanto formazione stabile e duratura nel tempo, incide maggiormente sul bambino.</p> </div> <div class="feed-description"><h3 style="text-align: justify;">IL GRUPPO-CLASSE E LE DINAMICHE DI GRUPPO IN CAMPO EDUCATIVO</h3> <h2 style="text-align: justify;"> </h2> <hr /> <p style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;"><em>Sintesi dell'articolo </em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;"><em>Affinché la scuola sia un luogo dove si apprenda il rispetto reciproco, è necessario che gli insegnanti abbiano delle conoscenze di base delle dinamiche di gruppo. In particolare, due dinamiche possono caratterizzare le relazioni all’interno di un gruppo classe: una ha un carattere ansioso e difensivo, mentre l’altra si basa sulla curiosità e sul desiderio di conoscenza. Queste due dinamiche hanno effetti diametralmente opposti sulla struttura del gruppo classe: la prima produce frammentazione, esclusione e malessere, mentre la seconda produce coesione, inclusione e un clima di appartenenza</em><em> </em><em>L’insegnante può attivare consapevolmente, attraverso una metodologia adeguata basata sul gioco corporeo, una dinamica di gruppo positiva che faccia sentire i bambini protetti e rispettati nella loro soggettività e inneschi un processo di apprendimento di competenze relazionali. Se invece le dinamiche di gruppo non vengono gestite attivamente, tenderà a prevalere automaticamente una dinamica di tipo difensivo.</em></span></p> <hr /> <p style="text-align: justify;"> </p> <p style="text-align: justify;">Se osserviamo una classe di qualsiasi ordine di scuola dal punto di vista relazionale, la possiamo definire come una rete di relazioni fra tutte le persone coinvolte, ovvero bambini e insegnanti. La classe è a sua volta inserita in un campo relazionale più ampio – di cui fanno parte genitori, bambini e insegnanti delle altre classi, personale non docente e dirigente – che ha un’influenza non trascurabile. In questa sede tuttavia mi concentrerò sulle dinamiche del gruppo-classe in senso stretto, poiché, in quanto formazione stabile e duratura nel tempo, incide maggiormente sul bambino.</p> </div> IL GIOCO CORPOREO COME STRUMENTO DEL CONOSCERSI ATTRAVERSO L’ALTRO (Da "Giocare per Conoscersi" su Psicomotricità/ giugno2016 Ed. Herickson) 2016-06-20T19:34:17+00:00 2016-06-20T19:34:17+00:00 http://www.settimocatalano.it/en/scuola/articolo-su-psicomotricità-giugno-2016/102-il-gioco-corporeo-come-strumento-del-conoscersi-attraverso-l’altro.html Super User scatalano47@gmail.com <div class="feed-description"><h3 style="text-align: justify;">IL GIOCO CORPOREO COME STRUMENTO DEL CONOSCERSI ATTRAVERSO L’ALTRO</h3> <p style="text-align: justify;">Accendere il motore della conoscenza interpersonale e farlo con una certa consapevolezza non è così difficile come potrebbe sembrare. Nel mio lavoro con i gruppi classe ho sperimentato vari metodi derivanti dall’animazione musicale e teatrale e dalla dinamica di gruppo e ho visto che <em>i bambini per imparare hanno bisogno innanzitutto di essere coinvolti, di praticare e di fare, e poi di parlare e riflettere, in un processo continuo dove il fare precede sempre il ragionare. </em>Si procede dai fatti concreti e dalle esperienze per scoprire le leggi e le teorie. Se si parte dal predicare ai bambini che devono conoscersi e che non devono escludere nessuno – come spesso succede – il risultato è un buco nell’acqua, e dopo aver fatto il discorso più bello del mondo tutto torna come prima. E questo è tanto più vero quanto più sono piccoli i bambini.</p> </div> <div class="feed-description"><h3 style="text-align: justify;">IL GIOCO CORPOREO COME STRUMENTO DEL CONOSCERSI ATTRAVERSO L’ALTRO</h3> <p style="text-align: justify;">Accendere il motore della conoscenza interpersonale e farlo con una certa consapevolezza non è così difficile come potrebbe sembrare. Nel mio lavoro con i gruppi classe ho sperimentato vari metodi derivanti dall’animazione musicale e teatrale e dalla dinamica di gruppo e ho visto che <em>i bambini per imparare hanno bisogno innanzitutto di essere coinvolti, di praticare e di fare, e poi di parlare e riflettere, in un processo continuo dove il fare precede sempre il ragionare. </em>Si procede dai fatti concreti e dalle esperienze per scoprire le leggi e le teorie. Se si parte dal predicare ai bambini che devono conoscersi e che non devono escludere nessuno – come spesso succede – il risultato è un buco nell’acqua, e dopo aver fatto il discorso più bello del mondo tutto torna come prima. E questo è tanto più vero quanto più sono piccoli i bambini.</p> </div> IL TNE E LO PSICOSOCIOGRAMMA (Da "Giocare per Conoscersi" su Psicomotricità/ giugno2016 Ed. Herickson) 2016-06-20T19:40:16+00:00 2016-06-20T19:40:16+00:00 http://www.settimocatalano.it/en/scuola/articolo-su-psicomotricità-giugno-2016/103-il-tne-e-lo-psicosociogramma.html Super User scatalano47@gmail.com <div class="feed-description"><p style="text-align: justify;"><span style="color: #135cae; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1.3em;">IL TNE E LO PSICOSOCIOGRAMMA</span><a href="#_ftn1" title="" style="font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 1.3em;">[1]</a></p> <p style="text-align: justify;">Il TNE “Tutti-Nessuno-Escluso” è un metodo per migliorare le competenze relazionali e il clima emotivo del gruppo-classe. Comporta un minimo di 12 unità di lavoro a scadenza settimanale di un’ora ciascuna. È specifico per la scuola primaria ma può essere adattato per la scuola dell’infanzia e per le scuole secondarie. Dal 1993 ho formato molti insegnanti all’utilizzo di questo metodo che è stato sperimentato in centinaia di classi scolastiche in varie regioni italiane.</p> <p style="text-align: justify;">Lo <em>psicosociogramma</em> è lo strumento sociometrico che utilizzo per misurare i cambiamenti del campo relazionale, che ho creato partendo dal sociogramma di Moreno<a href="#_ftn2" title="">[2]</a>, ma che oggi se ne differenzia quasi totalmente sia per com’è applicato sia, soprattutto, per il tipo di analisi approfondita dei dati.</p> </div> <div class="feed-description"><p style="text-align: justify;"><span style="color: #135cae; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1.3em;">IL TNE E LO PSICOSOCIOGRAMMA</span><a href="#_ftn1" title="" style="font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 1.3em;">[1]</a></p> <p style="text-align: justify;">Il TNE “Tutti-Nessuno-Escluso” è un metodo per migliorare le competenze relazionali e il clima emotivo del gruppo-classe. Comporta un minimo di 12 unità di lavoro a scadenza settimanale di un’ora ciascuna. È specifico per la scuola primaria ma può essere adattato per la scuola dell’infanzia e per le scuole secondarie. Dal 1993 ho formato molti insegnanti all’utilizzo di questo metodo che è stato sperimentato in centinaia di classi scolastiche in varie regioni italiane.</p> <p style="text-align: justify;">Lo <em>psicosociogramma</em> è lo strumento sociometrico che utilizzo per misurare i cambiamenti del campo relazionale, che ho creato partendo dal sociogramma di Moreno<a href="#_ftn2" title="">[2]</a>, ma che oggi se ne differenzia quasi totalmente sia per com’è applicato sia, soprattutto, per il tipo di analisi approfondita dei dati.</p> </div> QUANDO CAMBIA IL CLIMA DELLA CLASSE (Da "Giocare per Conoscersi" su Psicomotricità/ giugno2016 Ed. Herickson) 2016-06-20T19:42:05+00:00 2016-06-20T19:42:05+00:00 http://www.settimocatalano.it/en/scuola/articolo-su-psicomotricità-giugno-2016/104-conclusioni.html Super User scatalano47@gmail.com <div class="feed-description"><h1 style="text-align: justify;">Quando cambia il clima della classe</h1> <p style="text-align: justify;">Nel momento in cui si gestiscono consapevolmente le dinamiche della classe, si innescano nel giro di poco tempo dei cambiamenti ben evidenziati da alcuni parametri rilevati dallo psicosociogramma: in particolare tendono a scomparire gli esclusi, migliora il rapporto tra maschi e femmine e diminuisce la frammentazione della classe, fino a giungere talvolta alla formazione di una classe unita in un unico settore.</p> </div> <div class="feed-description"><h1 style="text-align: justify;">Quando cambia il clima della classe</h1> <p style="text-align: justify;">Nel momento in cui si gestiscono consapevolmente le dinamiche della classe, si innescano nel giro di poco tempo dei cambiamenti ben evidenziati da alcuni parametri rilevati dallo psicosociogramma: in particolare tendono a scomparire gli esclusi, migliora il rapporto tra maschi e femmine e diminuisce la frammentazione della classe, fino a giungere talvolta alla formazione di una classe unita in un unico settore.</p> </div> IMPARARE AD APPARTENERE 2013-10-04T09:06:31+00:00 2013-10-04T09:06:31+00:00 http://www.settimocatalano.it/en/scuola/articolo-su-psicomotricità-giugno-2016/25-imparare-ad-appartenere.html Super User scatalano47@gmail.com <div class="feed-description"><h1 style="text-align: center;"><span style="color: #333399; background-color: #ffffff;"><em><span style="font-family: 'arial black', 'avant garde';">Imparare ad appartenere</span></em></span></h1> <p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #ffffff; color: #333399;"><em style="line-height: 1.3em;"><span style="font-family: 'arial black', 'avant garde';"> </span></em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #ffffff; color: #333399; font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><em style="line-height: 1.3em;">Da anni lavoro nelle scuole come formatore affinché insegnanti e bambini imparino a trasformare il proprio gruppo-classe in una comunità armoniosa dove tutti, proprio tutti, possano essere visti e sentirsi apprezzati così come sono e dove la conflittualità sia gestita <span style="line-height: 1.3em;">attraverso un uso adeguato della parola e </span><span style="line-height: 1.3em;">con un vero interesse verso la diversità dell'altro. </span></em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #ffffff; color: #333399; font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><em>La mia esperienza trentennale con centinaia di classi dalle Materne alle Superiori mi dice che quest’apprendimento è possibile.</em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #ffffff; color: #333399; font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><em>Il nostro momento storico ha il bisogno urgente di esseri umani capaci di sentirsi appartenere a realtà sempre più grandi, solo così sarà possibile gestire le conflittualità senza arrivare alle guerre. </em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #ffffff; color: #333399; font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><em>Ed è necessario cominciare questo processo fin da piccoli, perché gli adulti, una volta impostati sull'ascolto solo di se stessi, cambiano difficilmente e con grande fatica. </em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #ffffff; color: #333399; font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><em>La Scuola ha una parte decisiva in questo processo perché può diventare l'ambiente dove, grazie ai metodi giusti, sarà possibile <strong>imparare a appartenere.</strong></em></span></p></div> <div class="feed-description"><h1 style="text-align: center;"><span style="color: #333399; background-color: #ffffff;"><em><span style="font-family: 'arial black', 'avant garde';">Imparare ad appartenere</span></em></span></h1> <p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #ffffff; color: #333399;"><em style="line-height: 1.3em;"><span style="font-family: 'arial black', 'avant garde';"> </span></em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #ffffff; color: #333399; font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><em style="line-height: 1.3em;">Da anni lavoro nelle scuole come formatore affinché insegnanti e bambini imparino a trasformare il proprio gruppo-classe in una comunità armoniosa dove tutti, proprio tutti, possano essere visti e sentirsi apprezzati così come sono e dove la conflittualità sia gestita <span style="line-height: 1.3em;">attraverso un uso adeguato della parola e </span><span style="line-height: 1.3em;">con un vero interesse verso la diversità dell'altro. </span></em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #ffffff; color: #333399; font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><em>La mia esperienza trentennale con centinaia di classi dalle Materne alle Superiori mi dice che quest’apprendimento è possibile.</em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #ffffff; color: #333399; font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><em>Il nostro momento storico ha il bisogno urgente di esseri umani capaci di sentirsi appartenere a realtà sempre più grandi, solo così sarà possibile gestire le conflittualità senza arrivare alle guerre. </em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #ffffff; color: #333399; font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><em>Ed è necessario cominciare questo processo fin da piccoli, perché gli adulti, una volta impostati sull'ascolto solo di se stessi, cambiano difficilmente e con grande fatica. </em></span></p> <p style="text-align: justify;"><span style="background-color: #ffffff; color: #333399; font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><em>La Scuola ha una parte decisiva in questo processo perché può diventare l'ambiente dove, grazie ai metodi giusti, sarà possibile <strong>imparare a appartenere.</strong></em></span></p></div> LA SCUOLA COME PRIMA ESPERIENZA COMUNITARIA 2016-09-01T12:28:49+00:00 2016-09-01T12:28:49+00:00 http://www.settimocatalano.it/en/scuola/articolo-su-psicomotricità-giugno-2016/106-la-scuola-come-prima-esperienza-comunitaria.html Super User scatalano47@gmail.com <div class="feed-description"><h1 style="text-align: justify;"><span> </span></h1> <h1 style="text-align: justify;">La scuola come prima esperienza comunitaria</h1> <p style="text-align: justify;">I bambini possono imparare in tenera età ad amare la comunità in cui vivono o a temerla, questo dipende in maniera rilevante dalle esperienze di gruppo fatte nel periodo scolastico, perché questi gruppi rappresentano l'allargamento della dimensione familiare a quella comunitaria.  </p> <p style="text-align: justify;">Percepire il proprio gruppo-classe come un tutto che non esclude nessuno e imparare a mettersi in relazione da persona a persona sono le condizioni di base per sentirsi appartenere alla micro comunità della classe.</p> <p style="text-align: justify;">Grazie a una politica scolastica lungimirante e ad insegnanti ispirati e capaci, i nostri figli potrebbero, col passare degli anni e col cambiare delle classi, fare più volte l'esperienza positiva di appartenere e di sentirsi parte di un tutto che li valorizza. Se questo succedesse, nel giro di qualche decina d'anni potremmo avere adulti veramente in grado di comunicare e di occuparsi con abnegazione del bene comune. La mia attività trentennale di formatore nella scuola va in questa direzione.</p> <h2 style="text-align: justify;"><em> </em></h2> <p style="text-align: justify;"><em>“I bambini sono il nostro futuro”  </em><em style="line-height: 1.3em; font-size: 12.16px;">Dalai Lama  </em></p> <p><em> </em></p></div> <div class="feed-description"><h1 style="text-align: justify;"><span> </span></h1> <h1 style="text-align: justify;">La scuola come prima esperienza comunitaria</h1> <p style="text-align: justify;">I bambini possono imparare in tenera età ad amare la comunità in cui vivono o a temerla, questo dipende in maniera rilevante dalle esperienze di gruppo fatte nel periodo scolastico, perché questi gruppi rappresentano l'allargamento della dimensione familiare a quella comunitaria.  </p> <p style="text-align: justify;">Percepire il proprio gruppo-classe come un tutto che non esclude nessuno e imparare a mettersi in relazione da persona a persona sono le condizioni di base per sentirsi appartenere alla micro comunità della classe.</p> <p style="text-align: justify;">Grazie a una politica scolastica lungimirante e ad insegnanti ispirati e capaci, i nostri figli potrebbero, col passare degli anni e col cambiare delle classi, fare più volte l'esperienza positiva di appartenere e di sentirsi parte di un tutto che li valorizza. Se questo succedesse, nel giro di qualche decina d'anni potremmo avere adulti veramente in grado di comunicare e di occuparsi con abnegazione del bene comune. La mia attività trentennale di formatore nella scuola va in questa direzione.</p> <h2 style="text-align: justify;"><em> </em></h2> <p style="text-align: justify;"><em>“I bambini sono il nostro futuro”  </em><em style="line-height: 1.3em; font-size: 12.16px;">Dalai Lama  </em></p> <p><em> </em></p></div> CREARE BUONE RELAZIONI 2014-07-27T20:37:54+00:00 2014-07-27T20:37:54+00:00 http://www.settimocatalano.it/en/scuola/articolo-su-psicomotricità-giugno-2016/53-creare-buone-relazioni.html Super User scatalano47@gmail.com <div class="feed-description"><p><a href="images/buonerelazioni.ppt">Molti insegnanti mi hanno chiesto queste slide su come creare buone relazioni con i propri allievi.</a></p> <p> <img src="images/buonerelazioni.ppt" border="0" /></p></div> <div class="feed-description"><p><a href="images/buonerelazioni.ppt">Molti insegnanti mi hanno chiesto queste slide su come creare buone relazioni con i propri allievi.</a></p> <p> <img src="images/buonerelazioni.ppt" border="0" /></p></div>